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Aiutare a fare impresa in Ungheria. È con questo intento che la Camera di commercio Italiana di Budapest ha organizzato, con l’eccezionale presenza di Péter Cseresnyés -Segretario di Stato per il mercato del lavoro e per la formazione professionale- un Business Forum che ha affrontato un tema di eccezionale interesse: le risposte del Governo Ungherese alla carenza di manodopera.

Non si è trattato di una classica conferenza o di una relazione, ma di un incontro tra il Governo e le aziende operanti sul suolo ungherese per dibattere con concretezza temi imprenditoriali. Per tale motivo all’incontro ha partecipato una ristretta cerchia di soci della CCIU che hanno potuto alimentare il dibattito esponendo le proprie realtà.

La Camera di Commercio ha inoltre dato ai propri soci l’opportunità unica di seguire il dibattito via streaming in tempo reale. Per rendere possibile la partecipazione telematica di tutti, l’incontro è stato trasmesso sia in lingua ungherese che in lingua italiana: grande novità nell’ambito degli eventi camerali.

Dopo una panoramica sull’occupazione in Ungheria – passata nel 2017 al 67/68% (con una disoccupazione del 4,4%) – suffragata da dati e statistiche riferite agli ultimi anni, il Segretario di Stato ha sottolineato come il Governo sia consapevole che, soprattutto nel privato, ci sia oggi in Ungheria una evidente carenza di manodopera, sia qualificata che non, nelle grandi come nelle piccole imprese.

Di fronte a tale situazione – ha ribadito Cseresnyés – il governo non è rimasto inerte, ma ha avviato diverse azioni su più fronti:
– la riforma del sistema di formazione professionale (riportato al sistema duale – studio teorico e parallela esperienza professionale);
– la sistematica mappatura dei fabbisogni;
– i contratti di apprendistato (per rendere possibile la formazione degli adulti fino a 25 anni; consentire la gratuità del secondo diploma professionale, senza limiti di età; rendere disponibili borse di studio per i mestieri più richiesti e rilasciare la “garanzia camerale” per la formazione ricevuta);
– la riforma salariale, che consiste nell’introduzione del salario minimo garantito per spingere la forza lavoro a tornare sul mercato e qualificarsi;
– la riduzione delle tasse sui salari ( portata nel 2017 al 5%).

Cseresnyés ha anche segnalato che importanti interventi sono in atto per favorire la mobilità di manodopera (erogazione di contributi sull’abitazione dei lavoratori, sia per gli affitti che per la costruzione di case per gli operai da parte di Comuni o società) e l’attuazione del programma “garanzia giovani” sovvenzionato con fondi europei e finalizzato a fornire sempre maggiori opportunità di lavoro ai giovani attraverso programmi di apprendistato che prevedono contributi per le imprese che aderiscono all’iniziativa. Oggi, secondo i dati riportati da Cseresnyés, in Ungheria la disoccupazione giovanile è scesa all’11%.

Il Segretario di Stato ha trattato inoltre il tema dell’impiego pubblico obbligatorio e dell’indagine in atto, finalizzata ad individuare quanti tra questi soggetti siano in possesso di qualifica professionale per poterli indirizzare verso il privato e con tale travaso di personale dal pubblico al privato sopperire in parte alla carenza di personale.

Un auspicio espresso dal Segretario di Stato è quello che gli ungheresi trasferitisi all’estero, di fronte all’aumento dei salari e in presenza di una buona qualità di vita, rientrino in Ungheria coprendo anch’essi una parte delle carenze. Un accenno è stato fatto anche all’importanza dei miglioramenti tecnologici che, ove realizzati, possono sopperire alla carenza di manodopera.

L’aumento della produttività e lo sviluppo delle tecnologie stanno a cuore al Governo ungherese, il cui scopo principale è quello di fare in modo che l’Ungheria non venga più percepita come un paese con manodopera a basso costo, ma come un paese con manodopera qualificata e tecnologia avanzata, in grado di fare la differenza. Se i salari bassi sono un’esca importante, ancora più importante deve essere la qualità che la manodopera deve poter offrire. E’ questo quanto emerge dalle conclusioni di Péter Cseresnyés, che ha tenuto anche a sottolineare che gli italiani sono investitori importanti, dunque il loro parere è importante, e pertanto li ha invitati a rivolgersi a lui e al suo staff per trovare risposte concrete ai loro quesiti ed esigenze.

Il socio ADECCO si è offerto di mettere a disposizione la sua esperienza nel settore e la CCIU farà da intermediario affinché tale collaborazione possa andare a buon fine.
Il socio SOFIDEL si attiverà per utilizzare al meglio i programmi di formazione messi a disposizione dal Ministero, mentre la CCIU sarà parte dirigente nella realizzazione di questa collaborazione.

La CCIU intensificherà anche i contatti con le Camere di Commercio ungheresi al fine di avere sempre a disposizione un quadro aggiornato della situazione, sia nel settore della manodopera che in tutti gli altri suscettibili di avere un ritorno positivo per i suoi soci.

Poiché temi come gli aiuti alla formazione e all’abitazione hanno interessato particolarmente alcuni degli imprenditori presenti, la CCIU realizzerà un vademecum per illustrare nel dettaglio le norme governative in materia, affinché i soci possano trarne vantaggio per lo sviluppo della loro attività.

Il Segretario Generale della Camera di Commercio Italiana per l’Ungheria –moderatore dell’evento- ha concluso il dibattito evidenziando quanto sia importante la comunicazione e la corretta informazione. Le norme consentono di ottenere aiuti e sovvenzioni, ma è importante che le aziende siano al corrente di quanto e cosa sia possibile fare. La CCIU si impegna ad essere l’anello di congiunzione tra le parti, la struttura capace di ottimizzare la comunicazione e facilitare l’informazione in favore dei suoi soci.

Al termine della tavola rotonda i partecipanti hanno avuto l’occasione di approfondire ulteriormente i temi affrontati gustando prodotti tipici italiani gentilmente offerti dal socio Balzano Food.

Si ringraziano i tre sponsor principali che hanno contribuito al successo dell’evento: Kométa, Catone e Adecco.

CCIU: insieme per crescere!

Aiutare a fare impresa in Ungheria. È con questo intento che la Camera di commercio Italiana di Budapest ha organizzato, con l’eccezionale presenza di Péter Cseresnyés -Segretario di Stato per il mercato del lavoro e per la formazione professionale- un Business Forum che ha affrontato un tema di eccezionale interesse: le risposte del Governo Ungherese alla carenza di manodopera.

Non si è trattato di una classica conferenza o di una relazione, ma di un incontro tra il Governo e le aziende operanti sul suolo ungherese per dibattere con concretezza temi imprenditoriali. Per tale motivo all’incontro ha partecipato una ristretta cerchia di soci della CCIU che hanno potuto alimentare il dibattito esponendo le proprie realtà.

La Camera di Commercio ha inoltre dato ai propri soci l’opportunità unica di seguire il dibattito via streaming in tempo reale. Per rendere possibile la partecipazione telematica di tutti, l’incontro è stato trasmesso sia in lingua ungherese che in lingua italiana: grande novità nell’ambito degli eventi camerali.

Dopo una panoramica sull’occupazione in Ungheria – passata nel 2017 al 67/68% (con una disoccupazione del 4,4%) – suffragata da dati e statistiche riferite agli ultimi anni, il Segretario di Stato ha sottolineato come il Governo sia consapevole che, soprattutto nel privato, ci sia oggi in Ungheria una evidente carenza di manodopera, sia qualificata che non, nelle grandi come nelle piccole imprese.

Di fronte a tale situazione – ha ribadito Cseresnyés – il governo non è rimasto inerte, ma ha avviato diverse azioni su più fronti:
– la riforma del sistema di formazione professionale (riportato al sistema duale – studio teorico e parallela esperienza professionale);
– la sistematica mappatura dei fabbisogni;
– i contratti di apprendistato (per rendere possibile la formazione degli adulti fino a 25 anni; consentire la gratuità del secondo diploma professionale, senza limiti di età; rendere disponibili borse di studio per i mestieri più richiesti e rilasciare la “garanzia camerale” per la formazione ricevuta);
– la riforma salariale, che consiste nell’introduzione del salario minimo garantito per spingere la forza lavoro a tornare sul mercato e qualificarsi;
– la riduzione delle tasse sui salari ( portata nel 2017 al 5%).

Cseresnyés ha anche segnalato che importanti interventi sono in atto per favorire la mobilità di manodopera (erogazione di contributi sull’abitazione dei lavoratori, sia per gli affitti che per la costruzione di case per gli operai da parte di Comuni o società) e l’attuazione del programma “garanzia giovani” sovvenzionato con fondi europei e finalizzato a fornire sempre maggiori opportunità di lavoro ai giovani attraverso programmi di apprendistato che prevedono contributi per le imprese che aderiscono all’iniziativa. Oggi, secondo i dati riportati da Cseresnyés, in Ungheria la disoccupazione giovanile è scesa all’11%.

Il Segretario di Stato ha trattato inoltre il tema dell’impiego pubblico obbligatorio e dell’indagine in atto, finalizzata ad individuare quanti tra questi soggetti siano in possesso di qualifica professionale per poterli indirizzare verso il privato e con tale travaso di personale dal pubblico al privato sopperire in parte alla carenza di personale.

Un auspicio espresso dal Segretario di Stato è quello che gli ungheresi trasferitisi all’estero, di fronte all’aumento dei salari e in presenza di una buona qualità di vita, rientrino in Ungheria coprendo anch’essi una parte delle carenze. Un accenno è stato fatto anche all’importanza dei miglioramenti tecnologici che, ove realizzati, possono sopperire alla carenza di manodopera.

L’aumento della produttività e lo sviluppo delle tecnologie stanno a cuore al Governo ungherese, il cui scopo principale è quello di fare in modo che l’Ungheria non venga più percepita come un paese con manodopera a basso costo, ma come un paese con manodopera qualificata e tecnologia avanzata, in grado di fare la differenza. Se i salari bassi sono un’esca importante, ancora più importante deve essere la qualità che la manodopera deve poter offrire. E’ questo quanto emerge dalle conclusioni di Péter Cseresnyés, che ha tenuto anche a sottolineare che gli italiani sono investitori importanti, dunque il loro parere è importante, e pertanto li ha invitati a rivolgersi a lui e al suo staff per trovare risposte concrete ai loro quesiti ed esigenze.

Il socio ADECCO si è offerto di mettere a disposizione la sua esperienza nel settore e la CCIU farà da intermediario affinché tale collaborazione possa andare a buon fine.
Il socio SOFIDEL si attiverà per utilizzare al meglio i programmi di formazione messi a disposizione dal Ministero, mentre la CCIU sarà parte dirigente nella realizzazione di questa collaborazione.

La CCIU intensificherà anche i contatti con le Camere di Commercio ungheresi al fine di avere sempre a disposizione un quadro aggiornato della situazione, sia nel settore della manodopera che in tutti gli altri suscettibili di avere un ritorno positivo per i suoi soci.

Poiché temi come gli aiuti alla formazione e all’abitazione hanno interessato particolarmente alcuni degli imprenditori presenti, la CCIU realizzerà un vademecum per illustrare nel dettaglio le norme governative in materia, affinché i soci possano trarne vantaggio per lo sviluppo della loro attività.

Il Segretario Generale della Camera di Commercio Italiana per l’Ungheria –moderatore dell’evento- ha concluso il dibattito evidenziando quanto sia importante la comunicazione e la corretta informazione. Le norme consentono di ottenere aiuti e sovvenzioni, ma è importante che le aziende siano al corrente di quanto e cosa sia possibile fare. La CCIU si impegna ad essere l’anello di congiunzione tra le parti, la struttura capace di ottimizzare la comunicazione e facilitare l’informazione in favore dei suoi soci.

Al termine della tavola rotonda i partecipanti hanno avuto l’occasione di approfondire ulteriormente i temi affrontati gustando prodotti tipici italiani gentilmente offerti dal socio Balzano Food.

Si ringraziano i tre sponsor principali che hanno contribuito al successo dell’evento: Kométa, Catone e Adecco.

CCIU: insieme per crescere!

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